10 campanelli d’allarme della malattia di Alzheimer
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➜ Hai già letto questo articolo? Vai alla SECONDA PARTE: “Come riconoscere i primi sintomi dell’Alzheimer“
Nel mondo, circa 50 milioni di persone hanno ricevuto una diagnosi di demenza. Tra le diverse forme, una delle più note e comuni è la malattia di Alzheimer, o morbo d’Alzheimer.
La malattia di Alzheimer è una demenza degenerativa che compromette i vari ambiti della vita. La velocità con cui la malattia avanza è variabile e dipende da caso a caso.
I sintomi dell’Alzheimer che appaiono fin dalle prime fasi di malattia possono aiutare la persona stessa ed i familiari a rendersi conto precocemente che c’è qualcosa che non va. Per questa malattia, purtroppo, ad oggi non c’è una cura che permetta di bloccare totalmente il decorso, o che lo inverta in qualche modo. Tuttavia, la scienza ci suggerisce alcuni trattamenti, che permettono un parziale rallentamento del decorso ed offrono sollievo dai sintomi.
Non mi stancherò mai di dire che è necessario anche offrire supporto ai parenti e ai caregiver delle persone che soffrono di una forma di demenza. Il carico quotidiano dei caregiver può avere conseguenze sia sulla loro salute fisica che su quella mentale. Condividere e rielaborare la fatica che ne deriva può essere di grande aiuto.
La malattia di Alzheimer è una forma di invecchiamento patologico che solitamente insorge dopo i 65 anni, sebbene ci siano delle situazioni in cui si verifica un esordio precoce.
L’Alzheimer Association ha indicato 10 campanelli d’allarme a cui prestare attenzione per identificare la malattia precocemente, senza confonderla con i normali effetti dell’invecchiamento. L’associazione statunitense, lavorando in un’ottica di prevenzione, ci aiuta ad individuare i sintomi dell’Alzheimer dalle prime avvisaglie: riconoscendo i sintomi tempestivamente è possibile applicare fin da subito i trattamenti più adatti ai singoli casi.
In questo articolo osserviamo più da vicino i primi 5 campanelli d’allarme della malattia di Alzheimer. Nella seconda parte dell’articolo ho descritto gli altri 5 sintomi che ci permettono di riconoscere la malattia fin dalle prime fasi.
1. Perdita di memoria che sconvolge la vita quotidiana
È uno dei più famosi e precoci sintomi della malattia di Alzheimer.
Ci accorgiamo che una persona a noi vicina sta cominciando ad avere difficoltà di memoria grazie a molti piccoli indizi. Può capitare, ad esempio, che la stessa domanda venga riproposta più e più volte, a causa delle difficoltà della persona a ricordare la risposta che le era stata fornita.
In questo caso, entrano però in campo anche altre funzioni cognitive come ad esempio l’attenzione e le funzioni esecutive in generale. Infatti, possono essere vari i motivi per cui una persona ripete la stessa domanda e può non essere solamente un aspetto legato alla memoria.
Ricordiamo, quindi, che in questo articolo osserviamo da vicino quali sono i primi sintomi dell’Alzheimer, ma dobbiamo cercare di non pensare subito al peggio non appena ne scorgiamo uno da lontano. Se la stessa domanda ci viene ripetuta un paio di volte, è possibile, ad esempio, che la persona che ce la sta facendo non sia stata attenta alle nostre risposte… O che faccia proprio fatica a recuperare la risposta, nonostante ricordi di avere già posto la domanda. Insomma, ricordiamoci di guardare il quadro d’insieme e di rivolgerci ad un esperto (in primis il medico di base) che ci possa aiutare a rispondere ai nostri dubbi.
Il fatto che le persone nelle prime fasi di malattia tendano a ripetere le stesse domande molto frequentemente può essere collegato alla tendenza a dimenticare informazioni assimilate di recente. Chi di voi ha avuto esperienza con persone con Alzheimer avrà sicuramente notato che ciò che è avvenuto fino a qualche tempo prima della malattia viene ricordato molto bene e con dovizia di dettagli; al contrario, fatti recenti vengono assimilati solo parzialmente o per nulla.
Sulla base di questa particolarità, sono state proposte diverse terapie, come la Terapia della Reminiscenza e la Terapia della Validazione, di cui vi parlerò in un altro articolo per dare loro il giusto spazio.
2. Difficoltà nella pianificazione o nel problem solving
Nelle prime fasi di malattia si possono osservare dei cambiamenti nelle abilità di pianificazione di azioni che prima venivano svolte in maniera del tutto naturale e senza difficoltà. Ad esempio, seguire una ricetta per preparare una torta per i nipotini può diventare un compito molto impegnativo e difficile, se non impossibile, da portare a termine.
Per quanto banale possa sembrare, nel seguire una ricetta sono coinvolte le funzioni cognitive che ci permettono di tenere a mente il nostro obiettivo finale (nel mio esempio, preparare una torta) e di svolgere tutte quelle piccole azioni necessarie per raggiungerlo.
Le difficoltà di problem solving possono essere un ulteriore ostacolo nel portare a termine dei compiti che prima della patologia venivano svolti senza grandi difficoltà.
Rimanendo sull’esempio della torta: durante la preparazione ci accorgiamo che non abbiamo a disposizione un ingrediente più o meno fondamentale… Come ci comportiamo? Davanti a noi si prospettano diverse strade, come cambiare ricetta o uscire per andare al supermercato a comprare ciò di cui necessitiamo. Le nostre abilità di problem solving ci vengono in soccorso di fronte ad un ostacolo che si pone tra noi ed il nostro obiettivo.
Ma questo passaggio può essere estremamente complicato in presenza di malattia di Alzheimer.
3. Difficoltà nel portare a termine attività ben note
Anche in questo caso, sono coinvolte le funzioni cognitive che ci consentono di pianificare le nostre azioni.
Le attività che prima venivano svolte quotidianamente possono diventare fonte di frustrazione. Può diventare molto difficile fare la lista della spesa, o ricordare le regole di un gioco a cui si giocava spesso e con piacere.
Memoria, attenzione e funzioni esecutive vengono intaccate dalla patologia ostacolando l’individuo nel portare avanti azioni non solo utili, ma anche piacevoli.
Per riconoscere i primi sintomi dell’Alzheimer è necessario prestare una grande attenzione ai cambiamenti nel comportamento generale della persona nel corso della sua vita quotidiana.
4. Difficoltà ad orientarsi nel tempo e nello spazio
Sono frequenti i peggioramenti nell’orientamento temporale e spaziale.
Le persone affette da Alzheimer fanno fatica a ricordare la data del giorno e gli altri elementi che ci consentono di orientarci nel tempo, come stagione ed anno. Allo stesso modo, possono non riuscire a ricordare dove si trovano o come ci sono arrivati.
Le difficoltà di orientamento, così come gli altri sintomi, possono rendere difficoltosa la gestione della persona con Alzheimer a causa dei problemi di consapevolezza che accompagnano la malattia. Questi deficit possono gravare sui caregiver che si occupano della gestione quotidiana del malato. Evidenziare la mancanza di consapevolezza o gli errori commessi può scatenare importanti reazioni di rabbia, talvolta non semplici da affrontare e gestire.
5. Difficoltà a comprendere relazioni spaziali
Problemi visivi che conducono, ad esempio, a difficoltà nella lettura possono essere un campanello d’allarme che indica un problema più serio di quanto si possa pensare. I problemi visivi possono incidere anche sulla guida di un veicolo se, col progredire del danno, diventa difficoltoso valutare correttamente le distanze o percepire correttamente i colori.
Alcuni cambiamenti della vista sono assolutamente normali col progredire dell’età. Tuttavia, alcuni di essi, se osservati da un occhio esperto, possono permetterci di scoprire precocemente i sintomi di un invecchiamento patologico per avere la possibilità di applicare i trattamenti disponibili per alleviare le sofferenze psico-fisiche che derivano dalla malattia di Alzheimer o da altre forme di demenza.
Fino ad ora abbiamo visto i primi 5 campanelli d’allarme suggeriti dall’Alzheimer Association. Nella seconda parte dell’articolo vedremo insieme i rimanenti 5 sintomi dell’Alzheimer che possono emergere fin dalle primissime fasi di malattia.
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