Valutazione neuropsicologica: come, quando e perché?

Scritto da Cristina Di Nardo

20 Dicembre 2020

Ultimo aggiornamento il 27 Agosto 2024

Scritto da Cristina Di Nardo

20 Dicembre 2020

Ultimo aggiornamento il 27 Agosto 2024

La valutazione neuropsicologica è un esame diagnostico approfondito essenziale per delineare il profilo cognitivo, comportamentale e funzionale di una persona.

Spesso si pensa erroneamente che basti eseguire alcuni test per ottenere un quadro completo, ma questa è una semplificazione che anche alcuni professionisti della psicologia tendono a fare quando si avvicinano a questo campo. In realtà, la valutazione neuropsicologica è un processo articolato e richiede una competenza specialistica.

In che cosa consiste una valutazione neuropsicologica?

Il processo di valutazione inizia con un colloquio approfondito, non solo con la persona che verrà valutata, ma anche, quando possibile, con chi si prende cura di lei, il caregiver.
Già in questa fase preliminare, un clinico esperto può iniziare a rilevare aspetti del funzionamento cognitivo, comportamentale e funzionale della persona.

Durante il colloquio, si raccolgono informazioni anamnestiche dettagliate, sulla persona e sulla famiglia, e le motivazioni che hanno portato alla richiesta della valutazione neuropsicologica. I motivi possono essere vari, ma approfondiremo questo aspetto, più avanti nell’articolo.

Dopo il colloquio, si procede alla somministrazione dei test standardizzati. Solitamente nel corso di questa fase non è presente l’accompagnatore, per evitare interferenze esterne o distrazioni che potrebbero influenzare i risultati.

Al termine della valutazione, nel corso di un breve colloquio di restituzione, vengono condivisi con il paziente e i suoi familiari i risultati preliminari, presentati in termini generali. Tuttavia, il lavoro del neuropsicologo non si ferma qui: la correzione dei test e l’interpretazione dei risultati richiedono un’analisi approfondita. I dati raccolti nel colloquio, quanto emerso dall’osservazione e i risultati dei test stessi richiedono un’integrazione per avere un quadro dettagliato del funzionamento della persona.

Sfatando i miti della valutazione neuropsicologica

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non basta calcolare i punteggi dei test per ottenere un quadro accurato. La corretta interpretazione dei risultati richiede una profonda conoscenza dell’anatomia e della funzionalità del cervello, oltre a una comprensione dettagliata degli strumenti testistici utilizzati. Solo attraverso un’analisi integrata e globale dei dati ottenuti dal colloquio, dall’osservazione e dai test standardizzati, il neuropsicologo può redigere una relazione completa e accurata.

Le fasi di una valutazione neuropsicologica

Una valutazione neuropsicologica si articola, dunque, in diverse fasi fondamentali:

  • Colloquio iniziale con il paziente ed i familiari: il neuropsicologo raccoglie le informazioni cruciali sul problema del paziente, come si è manifestato, come si è evoluto (sia in direzione di un miglioramento che di un peggioramento), nonché l’impatto dei sintomi nella vita quotidiana. Questa fase è essenziale per comprendere che tipo di valutazione effettuare e quali sono i motivi che hanno portato a richiedere l’esame (per esempio: richiesta del medico curante o di uno specialista, necessità di svolgere un percorso riabilitativo, richiesta dell’invalidità, motivi legali, richieste legate alla propria assicurazione…);
  • Somministrazione dei test: questa fase prevede l’utilizzo di test carta/matita o computerizzati, scelti in base esigenze specifiche della valutazione . L’obiettivo è delineare il profilo cognitivo, comportamentale e funzionale dettagliato;
  • Colloquio di restituzione: al termine della valutazione testistica, i risultati principali vengono comunicati al paziente ed ai familiari, integrando quanto emerso dai test e dall’osservazione diretta della performance;
  • Correzione dei test, interpretazione dei risultati e stesura della relazione: il neuropsicologo elabora una sintesi completa di tutte le informazioni raccolte, stilando una relazione che possa essere utile per eventuali trattamenti o per altri fini che hanno portato a richiedere la valutazione neuropsicologica.

Quando e perché sottoporsi ad una valutazione neuropsicologica?

In alcuni casi, il pensiero di sottoporsi ad una valutazione neuropsicologica può suscitare ansia e preoccupazione: la paura di scoprire che qualcosa “non va” nella propria salute è comprensibile. Tuttavia, è importante considerare che una diagnosi precoce può consentire interventi tempestivi e mirati. In seguito ad una valutazione neuropsicologica, può essere progettato un programma di riabilitazione o stimolazione cognitiva che permetta di intervenire sulle difficoltà emerse.

Le motivazioni che possono condurre a richiedere una valutazione neuropsicologica sono molteplici, tra cui:

  1. Danni cerebrali: dopo un incidente, un tumore, un ictus, o altri traumi cerebrali, una valutazione neuropsicologica può completare la diagnosi medica, fornendo informazioni dettagliate sulle abilità cognitive e aiutando a formulare la pianificazione di un trattamento riabilitativo.
  2. Cambiamenti cognitivi e/o comportamentali in età avanzata: se una persona anziana inizia a manifestare problemi di memoria, attenzione, linguaggio o comportamenti insoliti e bizzarri, una valutazione può aiutare a identificare precocemente il problema e a proporre soluzioni adeguate, come ad esempio delle sedute di riabilitazione o stimolazione cognitiva.
  3. Supporto per i caregiver: il caregiver è una persona che si occupa dell’assistenza di un altro individuo, disabile o con caratteristiche che non gli permettono di essere pienamente autosufficiente. I caregiver spesso hanno bisogno di risposte a domande come: “Cosa potrà fare/non fare da oggi la persona che assisto? Che difficoltà può avere nel quotidiano?” oppure: “Può uscire da solo? Riuscirebbe ad andare a fare la spesa e gestire i suoi soldi? E a cucinare senza farsi male?” O ancora: “Può guidare?” e così via.
  4. Progettazione e monitoraggio di un trattamento riabilitativo: una buona valutazione è essenziale per poter progettare un trattamento riabilitativo efficace e per monitorare i progressi nel tempo, apportando eventuali modifiche se necessario.
  5. Scopi legali o assicurativi: in alcuni casi, una relazione neuropsicologica è richiesta per accertare lo stato di invalidità, per pratiche assicurative o per altre questioni legali.

Conclusioni

Per ottenere un quadro accurato della situazione cognitiva, comportamentale e funzionale di una persona, non basta somministrare test e calcolare punteggi: è necessario un approccio integrato e una competenza specialistica in neuropsicologia. 

Sebbene l’idea di sottoporsi ad una valutazione neuropsicologica possa spaventare, una diagnosi precoce, può portare ad interventi riabilitativi o di stimolazione cognitiva tempestivi e mirati.

Le motivazioni per richiedere una valutazione neuropsicologica sono molteplici e variegate, e in questo articolo ho illustrato alcune delle più comuni. Tuttavia, ogni caso è unico e merita un’attenzione personalizzata da parte di un professionista esperto.

Per saperne di più sull’argomento o ricevere ulteriori informazioni, scrivi il tuo commento qui sotto o contattami utilizzando il form nella pagina Contatti.

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